LOPLOP CONSIGLIA...

 

Loplop vuole condividere con voi quello che appassiona noi ovvero l’arte, nelle sue molteplici forme e sfaccettature, ricca come l’immensità di ogni animo umano.

Inviateci i vostri suggerimeti su info@loplop.it o condivideteli sui vostri social con l'hastag #loplopassociazione

Henri_Matisse_Finestra_aperta_Collioure-995x1200

Finestra aperta a Collioure

di Vittoria Musacco

 

Finestra aperta a Collioure è un dipinto a olio realizzato nel 1905 da Henri Matisse e conservato oggi alla National Gallery of Art di Washington.

L’artista dipinse tale soggetto in occasione del suo soggiorno a Collioure, un paese al sud della Francia.

Il dipinto, per le sue caratteristiche tecniche, rientra nella corrente del Fauvismo. I pittori del gruppo dei Fauves usavano colori vivaci e non disegnavano le forme in modo preciso e identico alla realtà. Il quadro di Matisse infatti non è preciso nelle forme, il pittore dipinge senza aver disegnato prima i contorni degli oggetti, e i colori sono molto accesi e allegri ma non naturali!

Nel quadro è rappresentata una finestra. Gli infissi, rossi e rosa, sono aperti verso l’interno e riflettono, sulla superfice del vetro, il mondo fuori. La finestra aperta ci permette di vedere un paesaggio marittimo con barche a vela attraccate in un porto. Mare e cielo, però, non sono azzurri come ci si aspetta ma di varie sfumature di colori pastello, lilla e rosa!

Sul davanzale sono poggiati dei vasi di fiori rossi e azzurri e dei rami rampicanti che con delle foglie verdi incorniciano la vista sul porto. Anche le pareti interne della casa sono molto colorate, vediamo sfumature di azzurro acqua e rosa.

Matisse si avvicina alla finestra della sua camera e guarda fuori: è ciò che abbiamo fatto anche noi in questi giorni!

Questo dipinto, con i suoi colori accesi, mette molta allegria e dà spensieratezza. L’arte in questo caso aiuta a superare un momento che può sembrare noioso ma che in realtà ci stimola a vedere le cose in modo differente. Possiamo giocare immaginando che anche Matisse fosse obbligato a stare in casa e abbia colto l’occasione per creare un mondo colorato e fantasioso ispirandosi alla natura fuori. 

La finestra è l’occasione per vedere un mondo diverso, non naturale e non corrispondente alla realtà. Possiamo usare l’esempio di Matisse per giocare con la fantasia e osservare da una prospettiva diversa ciò che ci circonda.

Quale mondo fontastico vedete fuori dalla vostra finestra? 

Fate correre la fantasia!

Ciao!

Vittoria

partenza-della-nave-alata

Partenza della nave alata

di Linda Ogliari

 

Vladimir Kush è un pittore e scultore contemporaneo di stampo surrealista, anche se l'artista definisce la propria arte come realismo metaforico.

Nasce nel 1965 in Russia e inizia a disegnare e a esplorare l'arte sin da bambino. Si appassiona alle opere di Salvador Dalì e come lui ama raffigurare gli animali, in particolare le farfalle. 

Kush è ossessionato dalle farfalle: le dipinge in diversi quadri e a seconda dell'ambiente in cui le raffigura assumono differenti significati

Nell’opera Partenza della nave alata troviamo uno splendido veliero a tre alberi le cui vele sono formate da farfalle giganti e colorate. 

Le farfalle in diverse culture come quella giapponese rappresentano i migliori momenti della propria vita, inoltre sono esseri sorprendentemente coraggiosi e inclini all'esperienza del viaggio: sono in grado di attraversare anche interi oceani come ad esempio la farfalla Monaca del Nord America!

L'opera ci mostra anche la vastità del mare facendoci immaginare il lungo viaggio che la nave dovrà compiere e le storie che i marinai potranno narrare al suo ritorno. 

Mi piace moltissimo quest'opera per la scelta e la brillantezza dei colori e per le forme che riescono a trasmettermi un senso di leggerezza. 

Il veliero con queste meravigliose farfalle come vele sembra stia per salpare alla scoperta di nuove rotte spinto dal battito delle ali... ed è come se riesca a portare anche me in questo viaggio! potrebbe addirittura sollevarsi in aria per permettermi di ammirare la bellezza della natura circostante. 

L'azzurro dell'acqua del mare rimanda a uno spazio infinito che mi lascia libera di decidere quale sarà il viaggio, quale sarà la meta del veliero.

Questo quadro mi colpisce per la sua bellezza e per la positività che emana, osservandolo mi sembra di essere in un sogno e i miei pensieri sono liberi di percorrere il viaggio che stanno immaginando! 

E voi che avventura state sognando? 

Buon viaggio!

Linda

erwitt

USA, New York City, 1953

di Marina Bergonzi

 

Alzi la mano chi come me adora la fotografia!

Conoscete l'artista contemporaneo Elliott Erwitt?

Nato a Parigi da genitori russi emigrati, questo simpatico signore di ben novantun anni, considerato universalmente uno dei più importanti fotografi viventi, è anche autore della foto in bianco e nero che vedete qui sopra, scattata nel 1953, che ritrae la prima moglie Lucienne, la figlia Ellen e il gatto Brutus: riuscite a trovarli?

Guardiamo ora la scena: Elliott la compone collocando i tre personaggi all'interno di un ambiente spoglio, essenziale, di cui vediamo solo un muro ed un letto. Eppure, nella sua semplicità, si tratta di un'immagine fortissima che cattura immediatamente il nostro sguardo e che ci porta a riflettere sul tema universale e attualissimo della famiglia e dei legami che in essa si creano nel corso della vita.

Tra i numerosi e bellissimi scatti di Elliott Erwitt, amo particolarmente quest'ultimo, che rivela il lato tenero del famoso fotografo e che sembra volermi coinvolgere personalmente all'interno del meraviglioso intreccio di sguardi che i tre personaggi si scambiano tra loro: lo sguardo adorante di una mamma verso la figlia appena nata, quello del fedele animale domestico che veglia sulla quiete familiare e infine quello esterno ma complice del fotografo, papà e marito delle due figure ritratte.

Uno sguardo che abbandona per un istante le preoccupazioni del mondo esterno, per esempio quella attuale per un futuro reso incerto dalla situazione di emergenza che stiamo vivendo, per concentrarsi sulla bellezza dei piccoli e casuali eventi della propria intima e privata quotidianità, suggerendoci, in un momento difficile come quello che stiamo tuttora attraversando, l'importanza dei legami familiari come efficace antidoto contro le difficoltà della vita.

E voi avete mai sfogliato i vostri album di famiglia?

Se come me siete degli inguaribili nostalgici, vorrei suggerirvi di concedervi una pausa dal quotidiano per andare a spulciare tra le vecchie foto di nonni e parenti lontani, magari facendovi raccontare da mamma e papà aneddoti e storie curiose legati a queste.

Osservatele bene: sono a colori o in bianco e nero come quella di Elliott? I personaggi sono in posa davanti all'obiettivo o colti di sfuggita?

Scegliete poi quella che più vi piace e divertitevi a ricreare la scena con la vostra famiglia e a scattare una nuova foto!

Buona settimana!

Marina

hoch

LEBENSBILD

di Chiara Casciaro

 

Oggi vi voglio parlare di una delle mie opere preferite. 

Si intitola Lebensbild, che in tedesco significa “costruzione di una vita”. 

L’artista è Hannah Hoch, che, lasciatemelo dire, era proprio tosta e per questo mi piace così tanto.

Nasce nel 1899 in Germania e vive le lotte per l'emancipazione della donna. Finalmente le donne possono lavorare, votare ed entrare in politica. Sono donne libere, le chiamavano Neuw Frau, ovvero NUOVE DONNE. 

La Hoch si unì al gruppo dei dadaisti, che attraverso le loro opere criticavano la politica di Hitler. Moltissime opere di Hannah Hoch utilizzano la tecnica del foto-collage. Ovvero ritagliava le immagini che la ispiravano dalle riviste, o da vecchie fotografie, e poi le riassemblava per trasmettere un messaggio, per raccontare una storia. 

L’opera di cui vi voglio parlare è un suo enorme AUTORITRATTO. Dico enorme perché è proprio grande: 1,30m di altezza e 1,50m di larghezza!

Su questa grande tela ha scelto di rappresentare la sua vita non attraverso un dipinto o un disegno, ma attraverso le fotografie.

Tutti noi abbiamo degli album di fotografie, e sfogliandoli possiamo vedere quanto siamo cresciuti in questi anni: lei ha voluto unire più fotografie assieme, in modo da mostrarsi non in un solo momento della sua vita, ma in tanti. La vediamo appena nata, poi ragazzina, poi donna, fino a vederla con i capelli bianchi come le nostre nonne. Oltre alle fotografie la Hoch ha inserito anche la riproduzione di alcune sue famose opere ed elementi della natura a lei cari. È una sorta di scacchiera di carte colorate su cui poi vengono applicate tutte le immagini: circa 103 elementidi cui abbiamo didascalie precisissime!

E tu come faresti l’autoritratto della tua famiglia? 

Prova a utilizzare la tecnica del collage: vecchie fotografie di te da piccolo, della tua famiglia, di cose importanti per voi (il tuo fiore preferito, una foto della casa dove vivete, del vostro animale domestico, del tuo disegno più bello...quante cose si possono aggiungere!). Per non usare gli originali puoi fare delle fotocopie.

Divertitevi ad assemblare tutto assieme per ottenere il vostro Lebensbild.

Sbizzarritevi!

 

Chiara

Mirò, Blu II

IL COLORE DEI MIEI SOGNI

di Myriam Masseni

 

Il nome del pittore Mirò e questa sua opera in particolare, Blu II, sono per me come quelle cose che rimangono dentro al cuore, ricordi felici che di tanto in tanto riaffiorano.

Quando ero piccola infatti la mia mamma mi leggeva spesso un libro che raccontava la storia di un bambino alle prese con l'appendicite; il racconto prendeva vita grazie alle opere di Mirò che, pagina dopo pagina, colore dopo colore, mi facevano viaggiare con la fantasia.

Joan Mirò inizia a dipingere già dall'età di otto anni, amava i colori, soprattutto il BLU, che lui definisce "il colore dei miei sogni".

Ed è proprio il blu il protagonista di quest'opera e dei dipinti Blu I e Blu III dipinti insieme nel 1961. Si tratta di dipinti astratti, non vi sono figure, ma solo colore. Mirò, che era un pittore surrealista, non era infatti interessato a rappresentare delle figure, quanto delle forme pure.

Mirò usava la tecnica del disegno automatico: quando si metteva di fronte alla tela bianca non sapeva esattamente cosa avrebbe disegnato, non immaginava delle figure nella sua mente, ma lasciava che fosse il pennello a muoversi liberamente, in modo che la sua fantasia ed i suoi sogni potessero imprimersi sulla tela.

Oltre al blu, per animare la sua opera d'arte, Mirò si serve di altri due colori: il rosso e il nero.

Provate ad osservare il dipinto, cosa vedete?

Una linea rossa a sinistra interrompe la calma distesa blu, si staglia sulla tela come un vigile urbano che regola il traffico, 12 pallini neri in fila indiana (divertitevi a contarli) sembrano galleggiare come dei bagnanti al mare.

Perché ora non proviamo anche noi a dipingere come Mirò?

Bastano un foglio bianco e delle matite (o penne, pastelli, pennarelli se preferite).

Per realizzare un disegno automatico occorre liberare la mente, appoggiare la matita sul foglio, magari anche chiudere gli occhi e… lasciare che sia la vostra mano a guidarvi, a suggerirvi dove andare, libera di disegnare sul foglio. Fermatevi solo quando la vostra mano decide di fermarsi perché è soddisfatta del lavoro fatto.

Cosà uscirà? Io sono curiosa di scoprirlo, e voi?

 

Buon divertimento a tutti e un saluto!

Myriam

1983-nazioni-unite-vienna-diritti-dell-uomo-hundertwasser

ELOGIO AL FRANCOBOLLO

di Claudia Clerici

 

Ciao mamme e papà, mi auguro di cuore che stiate bene e che stiate utilizzando al meglio questa occasione di tempo lento in cui riscoprire cosa vi piace e vi appassiona davvero. 

Io vi voglio raccontare di una scoperta che feci tanto tanto tempo fa, in gita al liceo, nella meravigliosa città di Vienna.

Lì ho virtualmente incontrato un artista che amo molto, dal nome per me difficilmente pronunciabile, Hundertwasser, che in tempi non sospetti parlava di ecologia, bioarchitettura e danni da inquinamento e che con i suoi colori forti ha colpito molto la mia anima. 

Ma sapete di cosa si è occupato anche questo artista poliedrico? Di francobolli.

Ma voi bimbi sapete cosa sono i francobolli? Possiamo dire che oggi sono un bene in via di estinzione, ma con le loro immagini hanno fatto sognare chi non poteva viaggiare e hanno riempito il tempo lento di chi li collezionava e li scambiava.  

Sarà che appartengo al 1900 e che la velocità dei 2000 non mi appartiene molto, ma io da ragazzina mi divertivo a comprare decine di cartoline da scrivere alle amiche con le penne colorate e profumate e potete ben immaginare quanti francobolli dovessi comprare.

Il francobollo è un piccolo pezzo di carta, ma per Hundertwasser è poesia e cultura.

Vi voglio lasciare il suo elogio al francobollo e vorrei suggerirvi di passare un pomeriggio a disegnare i vostri, con i dettagli della vostra città, di quello che amate e che vorreste celebrare in questi piccoli messaggeri colorati.

Vi abbraccio!

Claudia